Give Me Enough Rope

Give Me Enough Rope

mercoledì 31 dicembre 2014

Auguri

E un altro anno è passato.
Io di solito non festeggio quasi mai, per natura, sono d'indole diciamo umile, amo quindi festeggiare quando c'è qualcosa da festeggiare.
Ciò non fa eccezzione ogni 31 dicembre di ogni anno, sorrido semplicemente, stringo la mano a quelli intorno e mentalmente la stringo ance a me stesso dicnedomi: " Sei sopravvisuto un altro anno, complimenti" 
Non è che il 2014 sia stato un anno terribile, è stato un anno normale, né carne e né  pesce, tuttaviam i sono visto diventare un pelo più saggio e forse anche più maturo, rimetto ai posteri quest'affermazione però.

Che cosa dire? Spero con tutto il cuore in un felice anno nuovo per tutti voi e per me, non potrei desiderare diversamente. Auguri a tutti voi e anzi sapete che c'è? Esagero! degli auguri speciali a quei pochi (ma buoni) che mi seguono anche sporadicamente, per voi si aggiunge un bel grazie grosso quante... quante... un poggio ( Casa è troppo abusato, dovevo ripiegare su qualcos'altro) 

martedì 2 dicembre 2014

Sguardo

Una volta per vedere quello sguardo avrai fatto enormi sacrifici, avrei più volte rischiato almeno la mia salute per vederlo anche solo 5 minuti.
Ma questo accadeva una volta, diamine perfino in 4 anni passa un'eternità.
Ogni persona ha uno sguardo suo, proprio personale; certo che magari qualche tratto, qualche emozione, qualche lineamento potrebbe assomigliare a quello di un'altra persona.
Certo, oramai nel mondo chi fa più caso allo sguardo di una persona? Alla fine non è nemmeno carino dire: "Hai uno sguardo simile a quello di X" sarebbe una mezza offessa all'originalità di quella persona nonché una probabile prova di una nostra fissazione.
Eppure sono stato contento di vedere uno sguardo simile al suo, uno sguardo simile a quello che mi ha fatto sognare e desiderare di vederlo.
Volevo dirglielo, volevo dirle che ne avevo trovato uno, ma come puoi farlo dopo che quello stesso sguardo quasi rifiuta di vederti? se oramai è ridotto a un piacevole ricordo in una madia polverosa della mente?
Immagino che nella vita le cose cambino, Cambiano le persone, mutano i rapporti e anche gli sguardi si trasformano.
Non mi rammarico, ma mi sento di darvi qualche consiglio: ricordatevi gli sguardi, ricordate quelli che vi colpiscono e che vi hanno colpito di più, ricordateveli e se non ci avete mai fatto caso, incominciate a farlo: vedrete che scoprirete un piccolo tesoretto di emozioni.  

giovedì 20 novembre 2014

Tempesta di fulmini

Un mese fa mi sono trovato sotto a una tempesta di fulmini.
Sono uscito adagio sotto i numerosi  tuoni  fino a ritrovarmi di fronte  al cielo immenso, un mare nero increspato da fulmini e saette blu intenso.
Per qualche secondo ho ammirato lo strabiliante spettacolo, poi al rimbombo di un tuono ho indietreggiato di qualche passo.
Stavo vedendo quello spettacolo con occhi nuovi: erano occhi meravigliati e impauriti, erano gli occhi che dovevano avere i legionari di fronte agli elefanti di Pirro;
In un attimo sono stato catapultato nell'universo, di cui mi sentivo solo una piccola parte, là di fronte all'olimpo di quella che i graci storici avrebbero descritto come la Collera di Zeus non mi sentivo altro che un piccolissimo  essere umano-
Per qualche secondo, io che oramai non provo più paura da anni (Diciamocelo, nel 2014 oramai sono ben poche le cose che fanno paura al genere umano di cui non sia egli stesso l'artefice); Ho provato quella paura primordiale, quella dei nostri antenati , quella in cui eravamo ancora in gran parte animali.

Ma va bene, vanno bene anche questi bagni di umiltà a noi esseri umani che per pregio e per difetto cerchiamo sempre di volgere le cose al nostro controllo.
Fa bene non dimenticare e a volte rifigurarsi in quello che doveva essere stato il nostro passato. 

lunedì 10 novembre 2014

Lettere

Adoro le lettere, sono piccoli concentrati di te stesso in fogli.
Da una lettera possiamo capire tante cose e il bello delle lettere è che (almeno nel mio caso) non riesca a scriverne una senza che la parte più interna di me stesso, senza che l'anima fuoriesca dalla penna e si sdrai sul foglio.
Per me è pressoché impossibile applicare un filtro tra quello che provo e quello che dico, pericoloso si ma è anche giusto cosi: imbavagliare una lettera o farcirla di bugie e frasi circostanziali sarebbe una perversione della natura stessa della lettera, nonché un sonoro manrovescio in quello che credo; No è importante che una persona mantenga un luogo nel quale poter essere più vero possibile senza finzioni, quel logo per me corrisponde alla superficie di un foglio.

Certo, oramai non si scrivono più *sigh* sono poche le occasioni in cui possiamo permetterci di scrivere una lettera a mano, ah  a volte non riesco davvero a sopportare i cambiamenti che porta la modernità: Mi rifiuto di rinunciare a quei piccoli pezzi di carta pregni di sentimenti, profumi ( donne continuate a profumare le vostre lettere u.u) immaginazione...
Rinuncerei volentieri a quelle stampate, quelle che troppo spesso in fondo a destra al posto della firma recano un saldo da pagare.

La verità è che io vorrei scriverne parecchie, mi piacerebbe scrivere a 3 4 persone una lettera proprio ora; Ah una volta si raccoglievano le lettere indirizzate a varie persone e se ne faceva un epistolario, oggi cosa faranno? andranno a scavare nelle nostre conversazioni in chat?
Eh si mi piacerebbe proprio scriverne un paio, ma la difficoltà di scriverle al giorno d'oggi è che è poi difficile consegnarle... e in caso di effettiva consegna non è certa uan risposta...
E non so cosa ci sia di più malinconico tra lo scrivere lettere che non verranno mai consegnate e lettere che non riceveranno mai una risposta.

Magari è arrivato il momento di esprimere a parole suonanti e non tramite parole scritte... ma non posso rinunciare a quel fascino d'inchiostro. 

giovedì 6 novembre 2014

La tela

Ho una tela bianca.
Una tela completamente bianca e lo è da anni. circa 50 X 30 avvolta in una busta di plastica verde cinabro chiaro.
È nell'anta dell'armadio da anni,  di quella tela ne ho solo esaminato la struttura soffermandomi su tutti i punti compresi le maglie di ferro che fissano la tela al suo supporto.
Non ho mai osato prendere un pennello e appoggiare la sua punta contro quella carta cosi banca e cosi perfetta.
La Tela è uno degli strumenti artistici che andrebbe venerato di più, è la base, è la materia prima è una finestra, una finestra verso il fiume che scorre dentro l'artista, un portale per altre dimensioni dove poter convogliare tutti quei sentimenti  allo stato puro e imprimerli.
Ogni tanto metto la tela in posizione, come se mi apprestassi a dipingerla, aggiusto la posizione in modo che la luce cada sopra di essa e mi mi metto a sedere comodo. guardandola.
E immagino: immagino di incominciare dallo sfondo, immagino che gradazione di nero usare: Anche il nero vuole la sua tonalità; poggiare la punta in maniera orizzontale sul foglio e incominciare a dosare colori e fantasia, emozioni e sensazioni.

Vorrei essere un pittore per riuscire a esprimere le emozioni più pure e vere e immortalarle su carta.

Mentre rimetto a posto la tela, in quelle spoglie cosi inadeguate, non faccio a meno di chiedermi se troverò mai mani in grado di dipingere quella tela e soggetto adeguato a spiccare su quella superficie che merita bellezza.



venerdì 24 ottobre 2014

Out of Date

Il mondo è cambiato, lo so lo so il mondo ha la brutta tendenza di non cambiare mai, per lo meno è cosi nei detti:"Ma da che mondo è mondo...." e invece il mondo è volubile, volubilissimo! almeno per me.
Forse tutto è cambiato affinché rimanesse uguale; Ecco forse è questo che ci fa apparire tutto familiare, quell'oncia di famigliarità che troviamo in tutte le cose sconosciute: anche nelle persone.
Per me tutta via è cambiato, non mi ci trovo più a questo mondo, non riesco a dire dove sia il cielo e la terra e dov'e l'orizzonte, ferito, sia andato a morire.
Ogni tanto, si, magari mi pare di intravederlo per tutti i punti cardinali, a volte me ne porta la brezza la voce, a volte si scherma dietro la nebbia.
Mi sento vecchio, obsoleto e scaduto, pieno di insegnamenti  che sembrano lontani dagli standard moderni, quell'odore tanto caro di polvere e pagine ingiallite, tutti i romanzi inghiottii, tutti i valori trasmessi non trovano nessuno spazio nella realtà.
Ti ritrovi cosi coi sogni di Casanova, la gloria di Cesare, Napoleone - Alessandro e i grandi imperatori  -  la saggezza di Cicerone: è tutto sbiadito e quasi cancellato ogni giorno che passa, ora dopo ora dopo ora.
E io son qua come un Grullo, uno di quei cartoni di latte che quando arrivi a casa ti accorgi che è scaduto nonostante fosse in mezzo a i cartoni nuovi.
E se non fosse che la vita è un soffio continuo di polvere, io lotterei per tenere vive quelle particelle, ma scivolano via, finché vivrò scivoleranno sempre via mentre io dovrò guardarli scivolare via con la corrente dentro di me e dissolversi nel mondo fuori. 

martedì 14 ottobre 2014

Come saggi sulle colline

I piccioni al cimitero ti guardano con uno sguardo diverso, non è quello curioso, vispo, impaurito o miserabile che incontri in città è diverso.
Appollaiati sulle lanterne o sui cornicioni delle cappelle come corvi, è uno  sguardo nuovo, più profondo e saggio, scrutatore.
Cambia la loro posizione, non più piccoli animali in un mondo in movimento scansati dalla gente più alta di loro; Qua non temono il confronto, qua sono loro a guardarti dall'alto in basso con tutta la calma del mondo, come a essere entrati in un luogo sacro dove ogni fazione depone le armi davanti a saggi seduti sulle colline.
Un tempo si diceva che i corvi contrassegnassero alle valchirie i guerrieri valorosi caduti in battaglia, oggi è probabile che i posteri di quei pennuti si godono la posizione di custodi di questi luoghi.
 Un lavoro tranquillo ben lontano dalle glorie del passato.
Chi sa se anche loro si sono rassegnati alla comodità dei giorni nostri - Ricordo che quando ero piccolo la maggior parte dei fiori sulle lapidi erano freschi; Adesso hanno lasciato il loro posto a fiori di plastica in tutto e per tutto simili ma richiedenti meno cure, una spolverata e basta cosi, come oramai a noi piace fare per tutto anche per i ricordi e le sensazioni.

martedì 7 ottobre 2014

Aria

Ogni tanto mi forzo ad uscire con una scusa, esco da solo e a passo svelto mettendomi  a fare un giro per la parte vecchia della città.
è un processo che per ora faccio da solo, da solo è più facile scivolare per le strade ed avere un rapporto intimo con i luoghi in cui si transita, un piccolo breve viaggio che sia mio e forse quando si trova qualcun'altro da comprendere in quella dimensione, forse quello è amore.

Passo per la parte vecchia e vedo tutte quelle vetrine vuote, sento le note malinconiche di  vecchie canzonette tipiche provenire da qualche ristorante, vedo i gerani sui davanzali, rossi che scendono lungo i loro vasi color terracotta.
Gatti miagolare sotto qualche finestra  e passare svelti più svelti di me.
è un aria mefitica di depressione, la si respira, la respiro a pieni polmoni e ne sono intossicato e mi porta vicino a farmeli collassare se non fosse per quelle brevi boccate di romanticismo che strappo avidamente, allungo la mia mano quasi come le volessi prendere, esattamente come farebbe un naufrago inghiottito dal mare mentre cerca di afferrare per magia quell'ultima isola.

é la stessa aria pestilenziale che immagino percorrere al protagonista del mio romanzo mentale, per le stesse strade, la stessa aria, lo immagino correre e correre senza sentire il fiatone con solo il suono dei suoi passi sulla stradina sterrata, è un suono pieno ma cosi vuoto.

Allora immagino che l'aria sia composta da altre particelle, particelle nascoste che assorbono ogni emozione e restano lì nel tempo e nei secoli per essere respirate da qualcun'altro e poi gettate fuori di nuovo cariche di altre sensazioni.

Ma basta aria, non nè voglio più di quest'aria esiziale, io voglio credere, io sento che ci sono ancora sorgenti di aria pura, ho forse bisogno di qualcuno che me le indichi che mi porti e mi mostri quelle sacche di aria pura, che io ho solo sentito ma mai trovato.
Una  persona che mi dica: " Eccoci, siamo arrivati, adesso potremmo portare con noi quest'aria, ovunque."  


mercoledì 1 ottobre 2014

four seasons

Nelle nostre vite non si avrà mai solo una stagione, esse si sussegueranno cambiando continuamente d'ordine e posizione.
Ci saranno dei momenti in cui sarà pieno autunno circondati da una folte coltre di malinconia sferzati dai primi venti gelidi  poiù solitari, a ricordarci della gioia di ieri e della casualità del giorno dopo.
Ci sarà l'inverno desolato, cupo, solitario e silenzioso, freddo e poi ci sarà la tempesta fulmini e pioggia che affondano sicurezze, sfaldano e sfilacciano le corde dei nostri legami e ottenebrano la passione.
Passione che re scoppia in primavera, trascinati dalla zattera in una nuova terra verde in cui scoppiano le primule ed è un trionfo di passioni emozioni e progetti che continuano nell'estate, torrida e calda, estate di fatica e riposo.

Ogni giorno una stagione diversa si alternerà nella nostra vita.




(visto che siamo in Autunno...)

lunedì 22 settembre 2014

essere uomo

Devo fare una confessione, sono un maschio che non va molto d'accordo con gli altri maschi, generalizzando, non riesco a mettermi in linea con l'uomo medio.
Che poi , buffo a dirsi, ma è questo uno dei miei quesiti interiori preferiti; altro che " cosa vuol dire sono una donna ormai"  direi che (se pur quella sarebbe una risposta gradita nonostante "le donne siano state fatte per amare e non per essere comprese") sarebbe giusto chiederci anche cosa significhi essere un uomo oramai.
Sopratutto, quand'è che da ragazzo diventi uomo? Tutto sta nell'esperienza? nella capacità di decisione e saggezza?  è un fatto burocratico legato a un numero?
lo stato evolutivo di uomo (non biologicamente parlando) deriva per caso da un auto compimento in una carriera lavorativa?
Magari si diventa uomo quando finiamo di porci la domanda.

Ho sempre creduto che un uomo si vedesse dalla sua capacità di ricerca in se stesso, di un perenne viaggio nei meandri dell'anima cercando significati e un livello di saggezza quasi spirituale, forse ho un concetto di uomo sbagliato, forse quello giusto è quello dell'uomo affermato e non di uno che vive in un mondo di sogni con la stabilità necessaria.

Forse si diventa uomini come in certe favole, quando decidi di diventarlo per qualcun'altro.

E se ci volesse anche coraggio, coraggio nel frantumare le nostre molecole disperdersi nell'aria e respirare la vita, la nebbia che entra nei polmoni, una perenne corse nell'ignoto alla ricerca di quella luce che accerta la tua esistenza e la base del sapere da cui ripartire, il riparo sicuro da cui poter partire una base "salva tutti" che salva solo te.

E se volessi essere tutto questo in modo da poter essere abbastanza per te? 





venerdì 19 settembre 2014

Storie di un ultimo canto e di un ultimo viaggio

In questo mondo ci sono diverse credenze (non i mobili) e modi di dire che mi piacciono molto. Eleggere un preferito è arduo, diciamo che in vantaggio su tutti si trovi il "Canto del cigno".
Al mondo esistono poche immagini cosi poetiche e struggenti come l'ultimo canto di un cigno, in un momento, un attimo magico ed eterno in cui corde prima mute suonano una delle più belle melodie che il mondo abbia mai sentito.
C'è un canto diverso per ogni cigno, almeno cosi mi piace credere.
Mi piace credere che pochi esseri umani riescano a capire questi canti.

Una cosa che ho imparato è che non esiste un ululato uguale all'altro, su questo devo ringraziare dio e anche i proprietari della villetta vicina, che possedevano 3 bellissimi esemplari di Lupo Siberiano.
Pensate, alle persone comuni perfino un ululato può recare fastidio...  invece io restavo con l'orecchio teso grato di poter carpire un linguaggio cosi  affascinante stando comodamente seduto in camera mia.
Ho "imparato" a riconoscere diversi ululati: c'è quello fatto alla luna, che risponde a un richiamo invisibile e trascendentale;  quello pieno di  malinconia per  una terra natale mai vista: quello di gioia e trepidazione che annuncia la rara caduta della neve e poi c'è quello a cui si fa l'abitudine maggiormente, quello che annuncia la pioggia e il cambio del  meteo.
Gli anni passano e la natura risponde sempre alle sue leggi, il primo ad andarsene fu quello con cui praticamente crebbi, recentemente anche la "moglie" lo ha raggiungo nelle lande innevate dell' Ásgarðr.
Gli animali sono sensibili quanto (forse di più) degli esseri umani, lui ha perso la madre.
Non mangiava più era sempre triste e la notte, la notte ululava, l'ululato più triste che avessi mai sentito in tutti questi anni.
Piano piano si sta riprendendo, mi piace pensare che l'ululati di quei giorni fossero il canto della madre che non era riuscita a compiere.

Oggi ero in macchina e mentre guidavo mi sono ritrovato un carro funebre davanti, pieno (cioè con cassa), non sapevo chi vi giacesse, forse non saprò mai nemmeno se fosse uomo o donna, come si chiamasse, avrei potuto sorpassare e riprendere con il ritmo movimentato della vita.
Non me la sono sentita, ho pensato che almeno l'ultima cortesia che si possa fare a uno/a sconosciuto/a è quella di accompagnarlo/a per un pezzo del suo "ultimo viaggio".


EEEEH Il prossimo post si ride eh, lo fo più allegro, promesso!

domenica 14 settembre 2014

La mia cucina ( e le ricette non c'entrano nulla)

Ah, da inguaribile romantico, preferisco definirmi sognatore piuttosto che idiota, già già, mi piace sognare ad occhi aperti, chiusi, semi aperti e... penso basta, rimangono forse quelli rovesciati. In tal caso com'è che si diceva? " ...in quel sonno di morte quali sogni possano venire dopo..." Si nasce sognatori, si morirà da essi.
Ma hey, sorridete! mica vi voglio fare na tragedia greca, e che sarà mai! No no è che mi vien da sognare, anche mentre leggo (grazie a dio direi).
Quindi tu descrivi la tua cucina a un altra persona mentre fantastichi su, ottima idea, aspetta che lo faccio anch'io! tze questi scrittori che pensano di avere delle corrispondenze private! Eh no eh, escono tutte in libri, romanzi, epistolari, fregatura vero?
Tanto meglio, altrimenti non avrei potuto fantasticare cosi dolcemente in tarda notte.

Ora questa è una mia idea, un po' stramba lo ammetto, di tutti i posti in cui immaginarti proprio con una persona, la cucina non sembrerebbe uno dei più allettanti. E Invece, io penso che la cucina sia un esempio perfetto di amore, di quella ritualità che formano due persone quando si amano; Guarda partiamo dal principio, senza apparire sessisti né superficiali, a quante di voi piace cucinare? A me piacciono le donne che cucinano tanto, perché togliendo le dinamiche sociali dall'impasto sono giunto alla conclusione che molte donne cucinano sia per rilassarsi sia per gli altri ( Magari non sapevate cucinare, ma avete imparato una volta da sposate), questo semplicemente perché cucinare qualcosa per qualcuno è prendersi cura dell'altro e il prendersi cura dell'altro è amore.
Si anche noi uomini cuciniamo, ma diciamocelo, voi donne rappresentate l'amore, le donne amano sempre un po' di più degli uomini.

Quindi scusate tanto, ma se devo pensare a una persona che amo (per lo meno vorrei amare) me la immagino in cucina e dico di più! La immagino mentre stiamo cucinando.
Ed ecco che quindi ieri notte ho visto la scena: Cucinavamo, eravamo in cucinotto ( dalle dimensioni sarebbe ingiusto chiamarla cucina) i ripiani erano grigio scuro (forse era granito) e sopra il forno color metallo una finestra che dava sulla notte scesa sul giardino. Se ricordo bene le lancette nere dell' orologio bianco fisso in quel poco di muro tra un'anta e l'altra, segnavano le 9.
Tu eri di spalle, con uno di quei grembiuli bianchi che si allacciano dietro alla schiena con un nodo, aprivi e richiudevi il forno, girandoti sorridendo con in mano un vassoio pieno di patate arrosto, cosparse di rosmarino e puntini neri di pepe.
Pezzi di patate dalla forma perfetta, nemmeno una si era sfatta al calore del forno, come quelle che compri in questi giorni, sempre a sfracellarsi in cottura.
Io ero felice, mi lasciavo andare anche a un pensiero nel pensiero, ricordando di quando ero piccolo e mia nonna mi mandava a prendere qualche patata per cena.
Io tutto felice uscivo di casa e prendevo quella piccola zappa di acciaio, oramai color ruggine, andavo nel campo e bhe, era molto difficile rintracciare dove fossero, zappavo tra un ortica e un altra raccogliendo patate mai uguali tra di loro.

Poi ho finito di leggere il capitolo e mi sono svegliato.

mercoledì 10 settembre 2014

Per sfuggire all'apatia

I progetti ci sono, di cose da fare ne avrei, ma questa accidia che mi avvolge non mi lascia muovere un passo.
E per sfuggire alla noia e alla solitudine, scrivo un post, alla fine i blog ci sono anche per questo no? è tanto che non faccio un post "semplice" del resto.

L'altro giorno mi trovavo ad aspettare in una delle piazze più vecchie della cittadina dove si trova una fontana. mi trovavo accanto a un bar, uno di quelli con tanto di siepe e tavolini fuori, a guardare le strane coreografie dei piccioni scendere ordinatamente in picchiata ad abbeverarsi, formando spirali inaspettatamente graziose.
Oh ecco, ora io ho un problema, ogni bar con tavolini fuori e sepietta, mi riporta alle mattine in cui facevo salino da scuola, all'odore di ciliegio (profumo alle ciliegie) odore che come quei bar ricollego a Parigi.
Ebbene si, per me a Parigi ci sono i ciliegi e i bar con le siepi e tutto per colpa di quel dannatissimo "Broken Sword"

Aaah, la vita spensierata, un caffè a Parigi mentre provi ad ammagliare la cameriera bionda. 
Ah, a quell'omino con la valigetta rimangono 2 minuti di vita circa, vedi la fine del post per scoprire la motivazione

Uno dei pochi giochi che è riuscito a far passare in secondo piano il mio odio verso la Francia ( diciamo più per i francesi ecco) ;
Il pensare a quel gioco mi fa salire il (poco invidiabile forse, e spiegherò poi perché) desiderio di partire da solo per una città, mettermi a sedere in un tavolino, fuori da un bar - che poi io non entro mai in un bar perché tranne tè avrebbe poco da offrirmi - e cosi, vivere la città che poi magari mi cambierebbe la vita per sempre.
E poi, poi, e questo mentre passeggiavo, quella scena mitica in cui lui è sul treno con quella giornalista ed è sotto il tiro di una pistola, l'uomo sta per sparare ma riesci a scampare da morte certa tirando quel santissimo "Freno d'emergenza" soddisfando quel desiderio che, come afferma anche il protagonista, tutti hanno di tirarlo.
E poi dire quella frase, quella dannatissima frase che ti fa storcere il naso ma sai che è detta e la diresti col cuore: " Sai, in quel momento ho fatto una lista di cose che non avrei potuto fare prima di morire e baciarti era la prima della lista" SBAM!
centro, proprio quello che penserei io se mi capitasse una situazione del genere in questi giorni.
Oh si, volete sapere perché un pensiero cosi succulento sia poco invidiabile... Semplicemente perché, molto probabilmente, quel "piccolo" atto che cambierà la tua vita corrisponderà all'esplosione di una bomba dentro il bar di fronte il quale siete seduti.
"Ka boom" ( e non mi riferisco al canale del digitale terrestre che tra l'altro, non riesco più  a riprendere; SERPENTI! stavo guardando Inuyasha e avete mandato via il segnale! no No non si fa cosi, renzi fai qualcosa di utile nella tua vita e ridammi il segnale di kaboom, maremma elezioni illegittime)

martedì 19 agosto 2014

I veli di Nyx

Ed è arrivata la notte,  è facile ora sentire i freschi veli in raso di Nyx scivolare sulla pelle.
Eppure sono veli troppo larghi solo per me,  sono veli dove c'è spazio a sufficienza.
Ed  è sempre ora che ti immagino, vorrei sempre vederti davanti a me , sorridente.
Vorrei  vederci avvolti in questo flusso, fuori nelle braccia di Nyx,  mentre sorseggi un bicchiere di vino bianco e io che no, non bevo perché ho già te e il tuo volto a darmi ebbrezza e a farmi sorridere.
Parlare, guardarti mentre la spirale si stringe intorno a noi, mentre lasciamo fuori il canto delle cicale e della notte, lasciando solo uno spiraglio per fare entrare Chopin e le sue note,  ambrosia per l'anima ariosa e fresca come quel raso.
Stringerci  senza toccarsi in questo che vorrei fosse un mondo solo nostro. 


domenica 17 agosto 2014

Arido come il deserto, rigoglioso come una foresta

Non aggiorno spesso, anzi se devo essere sincero, non scrivo più molto.
Mancanza di ispirazione, ogni volta che metto un dito su un pulsante, mi trasformo in un deserto arido di idee e di liquidi cristallini, dentro la mia mente non vedo altro che una di quelle distese da locandina western anni 30 o 50, una distesa di sabbia con un cactus sulla destra e un sole giallo in alto, un logo perfetto per un'azienda di gelati, toni pastello per i colori e un oblò di legno di contorno, Beautiful.
A voler trovare qualcosa di positivo in questo, mi sto dando un goccio da fare con altre mini progetti che esulano o richiedono meno creatività, so benissimo che è un tentativo di arginare questa mia mancanza, ma finché funziona ben venga.
Sto riscoprendo un legame naturale, l'altro giorno mi stavo lavando i capelli con uno shampoo all'argilla e al cedro, quell'odere asprognolo elievemente acido addolcito dall'argilla, mi ha fatto ricordare che alla fine è lì da dove veniamo.
Apparteniamo alla natura, in diverse religioni e culture, l'uomo è venuto alla vita da una statuetta di terra, argilla.
Mi sono sentito come Sun Wukong, Nato da un uovo di pietra frutto della terra ingravidato dal vento, Solo la natura è in grado di farci vivere cere sensazioni, quindi prendetevi una giornata libera, prendete la persona che amate ( o anche voi stessi) e andate a fare una passeggiata in un bosco o su un lago o in spiaggia sotto la luna o perché no la pioggia?
Ispirate, lasciate che l'aria vi entri dentro, siate semplici in quel momento, la vita ultimamente è cosi artificiosa che è quasi semplice scordarsi le cose semplici e naturali del mondo.

mercoledì 30 luglio 2014

La caduta di Astrea

Una grande agitazione aveva riempito e conquistato l'enorme sala del trono, la paranoia e la paura si erano fatte strada lungo le glaciali mura di marmo e continuando a serpeggiare da un incanalatura all'altra si erano arrampicate lungo i corpi dei pochi presenti, facendoli rabbrividire.
Ieri centinaia di uomini e di dame passeggiavano per la sala scambiandosi garbatamente pensieri e parole, ieri le torce affisse ai muri ardevano della tranquillità più sicura, sapendo che una volta spente, giunta la sera seguente, sarebbero state riaccese per riprendere il proprio compito.
Ora quelle torce non illuminavano né visi né tavole straboccanti di coppe e frutta.
Ora le tavole erano state svuotate, nessun drappo ricopriva pudicamente il legno nudo e le coppe erano state portate via in fretta, insieme a tutto quello che poteva avere un valore.
La stanza era immersa cosi, nel buio, intenta a ricordare gli sfarzi delle sere passate.
Attorno alla finestra opposta al trono oramai vuoto, riscaldato e illuminato da un fuoco accesso per terra senza cura e rispetto, un uomo avvolto in un mantello rosso guardava fuori dalla finestra, accanto ad altre tre persone.
Il Vetro era sporco di terra e polvere, fuori era buio, la luce se ne era andata la sera prima e non era più tornata.
" Questo buio, cosa significa?" chiese uno degli uomini.
" é strano, oramai il sole sarebbe già dovuto sorgere, dovremmo essere in pieno pomeriggio!" aggiunse un altro.
" Non abbiamo più  ricevuto notizie da un po', Lashron doveva essere di ritorno! ha dato la sua parola" commentò un altro.
Proprio in quel momento l'uomo avvolto nel mantello riuscì a scorgere tra la sporcizia una figura a cavallo, lanciata in un galoppo forsennato lungo la strada, oramai deserta,  che portava alla rocca.
" è arrivato" annunciò, e si sentirono dei passi fuori dall'enorme porta della sala.
Lashron entrò di corsa, sfinito e ansimante, gli uomini lo guardarono con trepidazione, ma non dissero nulla, Lashron se ne stava lì a guardarli uno per uno visibilmente sconvolto.
Non appena prese fiato esclamò con voce tremante:  "Astrea è caduta!"
La notizia fulminò i presenti, tutti tranne l'uomo nel mantello erano stati presi da una forte angoscia mista a incredulità:
" Non è possibile! " esclamò uno
" Non può essere" ribadì un altro
"Lashron ti devi essere sbagliato!" esordì uno.
" Nessun errore,  io stesso ero presente, l'ho vista con questi occhi. Madida di sangue ha lasciato questi luoghi".
Ora erano tutti impauriti compreso Lashron, che si lascio cadere a terra.
Ci fu un lungo silenzio, tutto era perduto e tutto in poche ore.

L'uomo avvolto nel mantello ripensò a Virtù, ripensò a quella fanciulla dalla pelle bianca e dai capelli biondi, ripensò alla sua gentilezza ai modi garbati, all'eleganza e alla fierezza delle sue azioni dei suoi lineamenti che vagamente gli ricordavano quelli di Atena.
" Virtù io ti ho amata davvero come fossi  reale, ora mi accorgo che sei sempre stata solo una chimera" Disse l'uomo con il mantello.
" C..Cosa dobbiamo fare ora? forse c'è ancora qualcosa che possiamo fare" con voce mozzata, parole di uno del gruppo.
L'uomo avvolto nel mantello si incamminò verso la porta.
"Sir Lorenz! " lo trattennero loro.
SI fermò un attimo, dando le spalle al gruppo: " Astrea è Caduta" affermò in tono solenne "La Giustizia è morta, la disgrazia è giunta e noi stessi  siamo da incriminare. Questo disastro è frutto delle nostre mani, abbiamo lasciato morire ogni virtù, ci siamo fatti adulare dall'avidità e dall'egoismo, ci siamo fatti corrompere e ora la terra tremerà.
Non sarà solo Babilonia questa volta a cadere, Babilonia sarà ogni città del mondo, questa è la fine."
Uscì dalla stanza.

mercoledì 9 luglio 2014

Una margherita tra i capelli

Un tranquillo e caldo sole di un metà pomeriggio estivo mi accarezzava dolcemente il viso per tre quarti,
mi godevo, il sussurro del libeccio, provando stranamente piacere per il suo calore.
Stavo raccogliendo frutta da un albero in piena pace con me stesso e con la natura come in Walden di Thoreau.
Ero diventato un girovago dei miei pensieri e del mondo.
Tuttavia non riuscivo a essere completamente concentrato, distrattamente pensai ai suoi lunghi capelli neri e quasi mi sentì in torto, come se il mio pensiero potesse recarle in qualche modo fastidio.
Però ora avrei voluto essere accanto a lei, in questo pomeriggio cosi come avveniva allora, risentire di nuovo il profumo di quei lunghi capelli neri volteggianti nella brezza, avrei voluto accarezzarli, accarezzarli la testa per poi scendere lungo il viso per guardare ora il sorriso che tradisce lo sguardo fiero e vizioso;
Vorrei  coronarle la testa, ma non di molti fiori, uno soltanto, una margherita all'altezza dell'orecchio destro: Una semplice margherita cosi contrastante con il suo carattere ma cosi inspiegabilmente giusta.

martedì 17 giugno 2014

In strange nights even a note may die

E il giorno se ne va con la notte, e cosi le emozioni di un vecchio giorno, che non riuscirò più a provare. 
Che croce per un inguaribile nostalgico, vivere sapendo che le emozioni di ieri non torneranno.
Non sempre è bene tenere delle emozioni come tesoro, Io? Io non ricordo nemmeno più quali siano, mi sembra di vederle sbiadite e non come avrei voluto conservarle, coperte con da una pellicola trasparente, come le vecchie foto.
Penso di essere quasi arrivato a non saper più distinguere un'emozione, una vera da una finta, forse è quest'ansia nel provare qualcosa? è provare che ci fa sentire vivi? 
So solo che oramai il mio tempo in questo giorno è finito, le stelle spiano attraverso le persiane e la notte scorre. piano e veloce. portando via con se una nota del mio pianoforte che non sentirò più 

martedì 27 maggio 2014

la parte maledetta


Apriì quella porta, l’aprii di scatto, con un movimento unico del braccio, era leggera, di un legno quasi come truciolato che non offrì resistenza.
E lo vidi, rimasi di stucco, pietrificato, lui sentendo la porta aprirsi si era voltato, e anche lui doveva essere stupito se pur nel suo sguardo non riconoscevo più nulla di quella persona, era quasi completamente vuoto quasi vitreo ma sapevo che non lo erano, mi concentravo sullo sguardo e riuscì a vedere quella poca di coscienza che ancora risiedeva in fondo ed era stata risvegliata dal mio gesto repentino;
Guardavo in quell’abisso che era stato illuminato di getto, adesso anche lui doveva provare un minimo di stupore, un minimo di dubbio e orrore ma forse era anche curiosità, la stessa curiosità con cui lo stavo scrutando.
Allargai la visuale, le sue dita erano avvinghiate a quella scatola “Allora, l’ha davvero fatto” pensai, compatendolo, la sua posa era incerta, molto probabilmente tremava ed era giunto a stento all’oggetto dei suoi desideri.
Rabbrividì, vidi che in quell’uomo non c’era più nulla, solo un misero rimasuglio di coscienza, lui lo capì come lo capì io, non si riconosceva, non capiva che cosa aveva fatto o cosa stava facendo e aveva paura.
Si aveva proprio paura, sarebbe voluto scappare ma era bloccato nella sua posa scomposta e innaturale.
Ebbi a ricredermi, cercai di compatirlo ma poi mi resi conto, e più guardavo il suo sguardo e più mi spostavo ai suoi lineamenti, erano confusi, rovinati come quelli di un uomo consumato dalla malattia.
Incomincai a sudare, sudare freddo, la pressione aumentava con il battito del cuore, tutto intorno a me si faceva sordo e ottavato, vicino e lontano, amplificato, finchè l’unica cosa che incominciò a girarmi intorno fu il tonfo sordo e veloce del cuore, il rumore traforava il cervello che ora girava in questo tornado di panico;
Ero io ora che volevo scappare, ero io che ora non avrei voluto aprire quell’esile porta ero io, ora a reggere la scatola con le dita scheletriche, Quell’uomo faticava a riconoscermi, quell’uomo mi guardava incuriosito e con sorpresa, la persona che avevo di fronte ero io. Io e solamente io, guardare il mio riflesso di qualcosa che ero e forse sarei stato per sempre in ogni parte di me.e che ora a confronto avevo riconosicuto e non avevo il coraggio di affrontare.

mercoledì 21 maggio 2014

The Old man

Sono sempre tra le nuvole quando cammino, sempre perso nei miei pensieri, anche quando mi ritrovavo a fare lunghe passeggiate per arrivare da un luogo all’altro.
Spesso camminavo in silenzio e in silenzio era anche la mia mente finchè un preciso dettaglio non coglieva la mia attenzione e diventava il centro dei miei pensieri per quel viaggio.
Che fosse stata una ragazza che passava, un pullman semi vuoto, una luce al neon rotta o che so io, non riuscivo a smettere di pensarci e a volte portavo avanti delle vere e proprie ipotetiche conversazioni nella mia mente.
Non sono mai stato bravo a farlo lo stesso.

E cosi camminavo, mi capitava di cambiare strada ogni tanto, ma molto spesso facevo sempre la solita, è incredibile di quante cose si possono notare passando per più giorni di seguito alla stessa ora in un dato posto, scopri delle vere e proprie routine di certe persone.
Le giornate si alternavo, alcune brutte alcune belle, ogni tanto ero un po’ in ritardo ogni tanto ero puntuale, quello che mi colpì fu il vedere un uomo anziano sedersi alla solita ora sulla stessa panchina per una 20 di minuti, ebbi modo di notare questo a seconda del ritardo o della puntualità che avevo.
Forse pensavo o speravo che quest’uomo avesse una storia strappa lacrime da raccontare:
“Salve, scusi se la disturbo, ma ho notato che si siede sempre su quella panchina ogni giorno alla stessa ora e non ho potuto fare a meno di chiederle il motivo”
“Vedi giovane ragazzo, è in questa panchina a quest’ora che ho conosciuto mia moglie, ci ha lasciati 3 anni fa”

Non ebbi nemmeno mai modo di vedere il suo volto che io ricordi, un po’ il sole primavire e un po’ la miopia, c’era anche quel cappello e quegli occhiali da sole se non ricordo male, ricordo è una parola che perde di significato quando la lasciamo morire il momento contenuto un essa.

Non gli parlai mai, non ho mai saziato la mia curiosità, sperai solo che fosse un motivo più felice.
Da vecchio, se mai riuscirò ad arrivarci, mi sceglierò una panchina, e starò lì 20 minuti a godermi la brezza primaverile che passa tra i fiori, se qualcuno mi chiederà mai qualcosa, risponderò loro con: “Conoscevo un vecchio che ogni giorno stava 20 minuti sulla solita panchina” e al loro perché risponderò: “Non l’ho mai saputo”.

(poi mi ritroverete alla neuro)

lunedì 12 maggio 2014

La morte dei valori

Ci si accorge che in questo mondo i valori stanno scomparendo prendendo in esempio quella che dovrebbe essere il massimo esponente di essi, la Giustizia.
La giustizia qua in Italia non funziona, è chiaro e logico considerando la corruzione e la voglia che ci ha sempre caratterizzato.
è facile perdere la direzione in un paese oramai senza giustizia e mi capita di sentire (devo dire a volte anche giustificati e comprensibili) commenti di tutti i colori.
Ma quando sento certo commenti troppo Xenofobi o degni dell’assolutismo, penso davvero alla stupidita delle persone, che non hanno mai imparato niente dal passato.
La giustizia non è solo mera aderenza alle leggi, è ma un insieme di valori come correttezza, equità e moralità.
Tyr Dio della guerra e della giustizia della mitologia nordica “ci ha lasciato” un insegnamento:
Fenrir il lupo destinato a inghiottire la terra era diventato talmente potente da far preoccupare Odino e gli altri Dei, escogitarono un piano, con la scusa di sottoporre Fenrir a una prova di forza provarono a incatenarlo, due volte senza riuscirci.
Allora con un magheggio, si fecero costruire dai nani una corda magica, fine ma resistentissima;
Fenrir subodorando una trappola, chiese che li venisse messa tra le fauci una mano, che avrebbe mozzato in caso di trucco.
Tyr sapeva che avrebbe perso la mano, ma sapeva anche che era l’unico metodo per intrapporarlo e in fondo sapeva che anche Fenrir aveva diritto a quella cosa chiamata giustizia.

Tyr non ci ha insegnato a essere maoschisti, Tyr ci ha insegnato che spesso, la giustizia non è comoda e si garantisce impegnandoci in prima persona, pagandola a caro prezzo.
Ci insegna che è facile parlare al vento e lasciarsci andare a mere conclusioni spicce ma che la vera importanza della giustizia si capisce quando ci coglie da vicino, quando ci tocca sul personale e quando spesso perdiamo una parte di noi.
Le persone stanno perdendo tutto questo, le persone stanno cadendo in un trabochetto, nella rete di certe persone che non hanno altro che interessi a impregnare le persone di becero qualunquismo e a spogliarla di qeullo che ci fa comportare meno da bestie, che è purtroppo la nostra natura.

martedì 6 maggio 2014

E continuerà ad andare avanti…

Una volta portavo sempre il mio cappello, una volta portavo sempre un cappello, anche di notte.
Il motivo vero, inutile dirlo, non l’ho detto mai… tutto.
“Si, mi dà noia il sole”, “La luce mi dà noia alla vista”, “Oramai è una mia abitudine, un simbolo, quando vedi un cappello nella folla vuol dire che sotto ci sono io”;
In verità, portavo un cappello per <b>nascondermi</b>, da chi o da cosa? non ha importanza, quello che volevo era nascondermi, perchè solo da nascosti si può osservare il mondo.
Eh io il mondo l’ho osservato e lo osservo, l’ho ascoltato e l’ascolto, non ho più il cappello, e nemmeno i capelli lunghi a coprire il volto (quasi mai), mi basta essere per osservare, sedermi, passarti accanto, diciamo che sono passato al Next Level ed ora è una mia abilità naturale, diciamocelo pure, passare inosservato o quasi.
Bene cosi, torna meglio al mio tornaconto, all’idea stupida che mi ero e che mi sono fatto, a quella malasana idea che ad ascoltare il mondo tu possa arrivare a capirlo.
Secoli di storia e di filosofi non mi sono serviti a nulla, ognuno a cercare la propria risposta, ad oggi nemmeno pervenuta ai più.
Ma tutte queste sono chiacchere, mere scuse, la verità è che io non riesco più a capirlo il mondo, si è dato delle regole (o gliel’hanno date…..) che per me sono scritte in una lingua sconosciuta e della quale provo rigetto, ribrezzo.
La verità è che non voglio più osservarlo il mondo… già non lo voglio ma sono solo uno schifoso drogato, perchè non è altro che questa, una dipendenza la mia, quella di voler capire di voler pensare e forse di non voler cambiare.
Mentre il mondo, la gente cambia, Oh si se cambia, continuerà a cambiare continuerà a farlo sempre.
Allora mondo, continua pure tu, vai avanti e cambia, ma non contare anche me.

venerdì 25 aprile 2014

Fear the Change

è una legge dell’universo e una legge della fisica “Nulla si distrugge, tutto si trasforma”, e come scriverò un giorno, esiste qualcosa di più tenebroso del tempo? prima o poi, tutti e tutto lì rende conto, pefino la Morte è vincolata a Chronos.
dato un tempo abbastanza lungo, tutto si affievolisce, la resistenza aumenta a seconda della lunghezza del cavo, un altra legge, della elettroconduttività, si può andare contro le leggi dell’uomo, mai contro quelle dell’universo.
Eppure, non posso esserne consolato, eppure, lo sento, sento il tempo che passa, gli impegni che si accumulano e portano via tempo, concentrazione.
Io ci tengo alla mia creatività, alla mia fantasia, che magari non è mai stata originalissima ma lo era più di ora ed era comunque più presente di ora.
Ve lo dico, è un cosniglio, nella vita potete fare tanti compomessi, potete lasciare andare tante cose e cambiarne altre, ma non lasciate mai morire la vostra fantasia, agrappatevi ad essa, lottate, non lasciate che si spenga, siate sempre voi stessi e mantenete viva la vostra fiamma, è una fatica, ma ne vale la pena, lo vale sempre.

lunedì 31 marzo 2014

Oggi tocca… la Bile sale

Ok, Ok, respiro ma… cristo santo di dio santissimo la smettete di essere stupidi!?
Io non dico che non l’abbia mai fatto, per carità, anch’io, essendo (purtroppo) un essere umano cone le sue imperfezioni di fabbrica; anch’io mi sono lasciato andare in giudizi affrettati a volte rifiutando ogni procedura empirica ed emotiva ed ho accusato senza prove.
Ma… ma non SEMPRE e poi ve lo devo dire cavolo, informatevi!
NON potete fare sfottò su un argomento se non ne avete mai letto nulla! ok che puoi dire il tuo parere, ma assolutamente non puoi dare certezze su una cosa da perfetto ignorante.
Guardate, non mi fa neanche voglia di scrivere, c’è tanto di quel marciume, vi riporto solo questo esempio:
è aperto un negozio “KIKO” nella mia città, bene, contento per loro, è una cosa normale no? negozi aprono e chiudono… ma no! qua siamo nel qualunquismo più totale;
Quindi ora senti le ragazze/donne che dicono: “Oh mio dio è aperto KIKO! devo assolutamente fiondarmici dentro, è una cosa bellissima” come se fosse un fottutissimo tempio di Afrodite nell’antica grecia (il che ci può stare comunque, è aperto un negozio a posta per un pubblico femminile, anche se trovo ESAGERATA AL QUANTO la reazione generale, posso un minimo comprendere l’interessamento).
BEN PIù grave (!!!), e qui per me siamo nella follia pura, siamo nel servilismo, nel disprezzo della propria opinione a livelli logici e non solo più totale… i Ragazzi/Uomini che sono contenti che sia aperto…ora voi con calma, mi spiegate come mai, a un uomo che non ha interessi nel vestirti da drag queen o non abbia particolari inclinazioni sessuali, dovrebbe interessare l’apertura di un negozio CHE NON VENDE ARTICOLI PER TE.
Dai, è il colmo, sono totalmente esterefatto, d’accordo ingraziarti le signore ma… c’è modo e modo! sei vomitevole cosi.
E vogliamo spendere due parole su quelli che dicono: “Se apre Kiko, H&M e Burger king posso morire felice” sai che ti dico? spero che tu l’abbia detto in modo cosi semplice, Perchè se davvero questo è il tuo pensiero, speriamo che aprino al più presto, cosi non devo sporcarmi le mani per aiutare Thanatos a riciclare qualche anima evidentemente sprecata in questo mondo. Auguri!

venerdì 21 marzo 2014

(Fuori dal castello, uno spiazzo vicino le mura, è notte fonda e solo Leonero è presente, in compagnia dei suoni della notte, pensante e ora guardante le stelle ora l’orizzonte.)

Leonero: Sta sera vana è la speranza di riuscire a sdraiarsi e dormire,
Anche nei miei sonni più lontani e profondi non cessano le visioni di quell’essenza da cui hai preso forma e da qui quasi certamente deve aver preso esistenza anche la vita stessa.
Una delicata bellezza che si impone su uno stantio contorno e che tutti gli occhi cattura;
Tutti si voltano, mentre passi per la strada, tutti ammirano, chi segretamente sogna di te e chi sfacciatamente ne da sfoggio;
E pure i miei occhi hanno sete, sete della tua sorgente, del tuoi volto, del tuo corpo;
Di quei movimenti armoniosi ed eleganti, di quella bellezza che magica o divina rappresenti,
Un incantevole candido fiore, raffinato, ma semplice e piacevole è il suo tocco che risalta in ogni composizione.
E qui, alle stelle e alla notte lo dico a gran parole, la luna che tutto l’amore capisce e di dolci amanti è confidente;
Assorbe i segreti, che ora sussurro.
Ed ecco! che mi sembra di sentire nel vento le tue parole lontane, ed anche il chiurlo ha smesso di cantare, arrossito dalla superiorità della tua melodia, frutto di una scala che solo il cuore capisce.
Ma placati sete, conta i giorni che passeranno da qui a quando rivedrò il suo volto, l’Aurora di un nuovo giorno in cui la sua bellezza per sempre compagna, allieterà questo mondo.
Viaggerò mia cara, si che viaggerò, più lento del mio cuore ma con più sostanza e ti libererò da quelli che ora tengono in gabbia le ali della tua meraviglia.
Pazienta, solo un istante dalla lunghezza dell’infinito e poi, e poi sarò là.

Copyright © MrFoxjumper 2013-2014

mercoledì 12 marzo 2014

Alabastra

In quel castello in riva al lago
quando la luna si increspa sull'acqua
una ragazza soleva cantare
del tempo per amare


sospinta dal vento
la sua veste di latte
lei non curante
continua a sognare

Smarrita nel tempo
appare d'istante
col cuore fugace
torna per amare

Quando la brezza profuma
l'aria sospesa
richiamo da sirena,
i suoi occhi magnetici

Un profondo bacio
in un inatteso abbraccio;
un atto di vita
torna a scolpire

Stanco, ti lascia
cammina sull'acqua
e con solenne grazia
si volta guardando

sorridendo sparisce
forse per sempre
un rapporto fugace
ma Alabastra sa amare

Copyright © MrFoxjumper 2013-2014

martedì 4 marzo 2014

Pioggia acida


Non c'è bisogno di un cielo grigio per sentirci melanconici, basta anche un giornata di sole;
Non c'è bisogno di andare molto lontano, bastano pochi metri, basta uno sguardo attorno, alle vie, ai muri, alla gente che passa, dal vagabondo al libero professionista cinquantenne in pensione che passeggia mano nella mano con una ragazza 20 anni più giovane;
Basta fermarsi a sentire, sentire che è un periodo di degrado, sporco, sanguisuga, che ti succhia energia, voglia di fare gettandoti nell'accidia più profonda.
Ti senti sconfitto, e ti c'immagini, ti immagini come un eroe di un'antica epopea greca, dal torace nudo coperto da un mantello rosso; Dai neri capelli corvini spettinati dal vento; Sul campo di battaglia, ancora con l'arma scalfita in pugno e cupo in volto, Desolato.
Perché è questo che sei, non sei arrabbiato no, non ne vale nemmeno la pena, non passi nemmeno nello stadio del furore, passi direttamente a sentirti amareggiato, perso;
Per te non c'è il sole, per te non c'è più lo sfondo e la folla di un campo di battaglia, c'è solo pioggia, pioggia acida che scende, lenta, man mano che metti a fuoco un punto fisso in basso, sempre più lenta, e senti le gocce cadere, come se vedessi un contenitore  di vetro riempirsi a poco a poco, con piccole particelle d'acqua che si infrangono contro la superficie e scendono giù per raggiungere il fondo.
Il tempo degli eroei  è passato da un  pezzo, adesso non si può far altro che sopravvivere

lunedì 24 febbraio 2014

From the ray of the sun


Ed è quando ti svegli la mattina presto, quando ti alzi e ti siede alla scrivania illuminata dai raggi del sole che filtrano attraverso la serranda chiusa;
Quando ti metti a viaggiare con la mente e con la mente esci di casa, a farti tagliare dall’aria fredda del primo mattino e t’incammini lungo quella strada sterrata che odora di fresco e rugiada, che sulle foglie risalta illuminata dai primi raggi del mattino; e non incontrare nessuno per strada, pensare che sei solo e che vorresti vivere questi momenti con qualcun’altro, pensare che ogni passo che compi anche se è solo nella tua mente,
è profondmente poetico e trascende da questo mondo che troppo spesso affoga e sovrasta i nostri sogni,
affogando le nostre passioni con la presenza delle nostre sconfitte, che sono come fiori che appassiscono.
Wilde diceva che “Sognatore è chi trova la sua via alla luce della luna… punito perché vede l’alba prima degli altri.” ed io aggiungerei “Punito perchè vede l’alba prime degli altri e i fiori che mai sbocceranno”.
Ma che senso avrebbe fermarsi? Ogni mattina non si ha forse la possibilità di vedere l’inizio di mille eventualità? e te ne stai seduto lì al fresco nell’erba e poi ti alzi, tornandotene a casa

domenica 23 febbraio 2014

Graffiami

Chi ha detto che non possa essere felice? Chi ha detto che non possa rilassarmi, vieni e parlami, è tutto quello che mi serve per fare uscire quelle sensazioni che ho dentro e che desidero controllare.
La notte è eterna e tutto quello che viene compiuto in una notte è eterno, vieni e svegliami, prendi e resta, fa che la nostra vita sia per sempre nostra.

E ora anche basta che mi fa male il collo maremma lupa.