Una grande agitazione aveva riempito e conquistato l'enorme
sala del trono, la paranoia e la paura si erano fatte strada lungo le glaciali
mura di marmo e continuando a serpeggiare da un incanalatura all'altra si erano
arrampicate lungo i corpi dei pochi presenti, facendoli rabbrividire.
Ieri centinaia di uomini e di dame passeggiavano per la sala scambiandosi garbatamente pensieri e parole, ieri le torce affisse ai muri ardevano della tranquillità più sicura, sapendo che una volta spente, giunta la sera seguente, sarebbero state riaccese per riprendere il proprio compito.
Ora quelle torce non illuminavano né visi né tavole straboccanti di coppe e frutta.
Ora le tavole erano state svuotate, nessun drappo ricopriva pudicamente il legno nudo e le coppe erano state portate via in fretta, insieme a tutto quello che poteva avere un valore.
La stanza era immersa cosi, nel buio, intenta a ricordare gli sfarzi delle sere passate.
Attorno alla finestra opposta al trono oramai vuoto, riscaldato e illuminato da un fuoco accesso per terra senza cura e rispetto, un uomo avvolto in un mantello rosso guardava fuori dalla finestra, accanto ad altre tre persone.
Il Vetro era sporco di terra e polvere, fuori era buio, la luce se ne era andata la sera prima e non era più tornata.
" Questo buio, cosa significa?" chiese uno degli uomini.
" é strano, oramai il sole sarebbe già dovuto sorgere, dovremmo essere in pieno pomeriggio!" aggiunse un altro.
" Non abbiamo più ricevuto notizie da un po', Lashron doveva essere di ritorno! ha dato la sua parola" commentò un altro.
Proprio in quel momento l'uomo avvolto nel mantello riuscì a scorgere tra la sporcizia una figura a cavallo, lanciata in un galoppo forsennato lungo la strada, oramai deserta, che portava alla rocca.
" è arrivato" annunciò, e si sentirono dei passi fuori dall'enorme porta della sala.
Lashron entrò di corsa, sfinito e ansimante, gli uomini lo guardarono con trepidazione, ma non dissero nulla, Lashron se ne stava lì a guardarli uno per uno visibilmente sconvolto.
Non appena prese fiato esclamò con voce tremante: "Astrea è caduta!"
La notizia fulminò i presenti, tutti tranne l'uomo nel mantello erano stati presi da una forte angoscia mista a incredulità:
" Non è possibile! " esclamò uno
" Non può essere" ribadì un altro
"Lashron ti devi essere sbagliato!" esordì uno.
" Nessun errore, io stesso ero presente, l'ho vista con questi occhi. Madida di sangue ha lasciato questi luoghi".
Ora erano tutti impauriti compreso Lashron, che si lascio cadere a terra.
Ci fu un lungo silenzio, tutto era perduto e tutto in poche ore.
L'uomo avvolto nel mantello ripensò a Virtù, ripensò a quella fanciulla dalla pelle bianca e dai capelli biondi, ripensò alla sua gentilezza ai modi garbati, all'eleganza e alla fierezza delle sue azioni dei suoi lineamenti che vagamente gli ricordavano quelli di Atena.
" Virtù io ti ho amata davvero come fossi reale, ora mi accorgo che sei sempre stata solo una chimera" Disse l'uomo con il mantello.
" C..Cosa dobbiamo fare ora? forse c'è ancora qualcosa che possiamo fare" con voce mozzata, parole di uno del gruppo.
L'uomo avvolto nel mantello si incamminò verso la porta.
"Sir Lorenz! " lo trattennero loro.
SI fermò un attimo, dando le spalle al gruppo: " Astrea è Caduta" affermò in tono solenne "La Giustizia è morta, la disgrazia è giunta e noi stessi siamo da incriminare. Questo disastro è frutto delle nostre mani, abbiamo lasciato morire ogni virtù, ci siamo fatti adulare dall'avidità e dall'egoismo, ci siamo fatti corrompere e ora la terra tremerà.
Non sarà solo Babilonia questa volta a cadere, Babilonia sarà ogni città del mondo, questa è la fine."
Uscì dalla stanza.
Ieri centinaia di uomini e di dame passeggiavano per la sala scambiandosi garbatamente pensieri e parole, ieri le torce affisse ai muri ardevano della tranquillità più sicura, sapendo che una volta spente, giunta la sera seguente, sarebbero state riaccese per riprendere il proprio compito.
Ora quelle torce non illuminavano né visi né tavole straboccanti di coppe e frutta.
Ora le tavole erano state svuotate, nessun drappo ricopriva pudicamente il legno nudo e le coppe erano state portate via in fretta, insieme a tutto quello che poteva avere un valore.
La stanza era immersa cosi, nel buio, intenta a ricordare gli sfarzi delle sere passate.
Attorno alla finestra opposta al trono oramai vuoto, riscaldato e illuminato da un fuoco accesso per terra senza cura e rispetto, un uomo avvolto in un mantello rosso guardava fuori dalla finestra, accanto ad altre tre persone.
Il Vetro era sporco di terra e polvere, fuori era buio, la luce se ne era andata la sera prima e non era più tornata.
" Questo buio, cosa significa?" chiese uno degli uomini.
" é strano, oramai il sole sarebbe già dovuto sorgere, dovremmo essere in pieno pomeriggio!" aggiunse un altro.
" Non abbiamo più ricevuto notizie da un po', Lashron doveva essere di ritorno! ha dato la sua parola" commentò un altro.
Proprio in quel momento l'uomo avvolto nel mantello riuscì a scorgere tra la sporcizia una figura a cavallo, lanciata in un galoppo forsennato lungo la strada, oramai deserta, che portava alla rocca.
" è arrivato" annunciò, e si sentirono dei passi fuori dall'enorme porta della sala.
Lashron entrò di corsa, sfinito e ansimante, gli uomini lo guardarono con trepidazione, ma non dissero nulla, Lashron se ne stava lì a guardarli uno per uno visibilmente sconvolto.
Non appena prese fiato esclamò con voce tremante: "Astrea è caduta!"
La notizia fulminò i presenti, tutti tranne l'uomo nel mantello erano stati presi da una forte angoscia mista a incredulità:
" Non è possibile! " esclamò uno
" Non può essere" ribadì un altro
"Lashron ti devi essere sbagliato!" esordì uno.
" Nessun errore, io stesso ero presente, l'ho vista con questi occhi. Madida di sangue ha lasciato questi luoghi".
Ora erano tutti impauriti compreso Lashron, che si lascio cadere a terra.
Ci fu un lungo silenzio, tutto era perduto e tutto in poche ore.
L'uomo avvolto nel mantello ripensò a Virtù, ripensò a quella fanciulla dalla pelle bianca e dai capelli biondi, ripensò alla sua gentilezza ai modi garbati, all'eleganza e alla fierezza delle sue azioni dei suoi lineamenti che vagamente gli ricordavano quelli di Atena.
" Virtù io ti ho amata davvero come fossi reale, ora mi accorgo che sei sempre stata solo una chimera" Disse l'uomo con il mantello.
" C..Cosa dobbiamo fare ora? forse c'è ancora qualcosa che possiamo fare" con voce mozzata, parole di uno del gruppo.
L'uomo avvolto nel mantello si incamminò verso la porta.
"Sir Lorenz! " lo trattennero loro.
SI fermò un attimo, dando le spalle al gruppo: " Astrea è Caduta" affermò in tono solenne "La Giustizia è morta, la disgrazia è giunta e noi stessi siamo da incriminare. Questo disastro è frutto delle nostre mani, abbiamo lasciato morire ogni virtù, ci siamo fatti adulare dall'avidità e dall'egoismo, ci siamo fatti corrompere e ora la terra tremerà.
Non sarà solo Babilonia questa volta a cadere, Babilonia sarà ogni città del mondo, questa è la fine."
Uscì dalla stanza.
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