Give Me Enough Rope

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giovedì 20 novembre 2014

Tempesta di fulmini

Un mese fa mi sono trovato sotto a una tempesta di fulmini.
Sono uscito adagio sotto i numerosi  tuoni  fino a ritrovarmi di fronte  al cielo immenso, un mare nero increspato da fulmini e saette blu intenso.
Per qualche secondo ho ammirato lo strabiliante spettacolo, poi al rimbombo di un tuono ho indietreggiato di qualche passo.
Stavo vedendo quello spettacolo con occhi nuovi: erano occhi meravigliati e impauriti, erano gli occhi che dovevano avere i legionari di fronte agli elefanti di Pirro;
In un attimo sono stato catapultato nell'universo, di cui mi sentivo solo una piccola parte, là di fronte all'olimpo di quella che i graci storici avrebbero descritto come la Collera di Zeus non mi sentivo altro che un piccolissimo  essere umano-
Per qualche secondo, io che oramai non provo più paura da anni (Diciamocelo, nel 2014 oramai sono ben poche le cose che fanno paura al genere umano di cui non sia egli stesso l'artefice); Ho provato quella paura primordiale, quella dei nostri antenati , quella in cui eravamo ancora in gran parte animali.

Ma va bene, vanno bene anche questi bagni di umiltà a noi esseri umani che per pregio e per difetto cerchiamo sempre di volgere le cose al nostro controllo.
Fa bene non dimenticare e a volte rifigurarsi in quello che doveva essere stato il nostro passato. 

1 commento:

  1. Le cose che non posso controllare sono quelle che più mi spaventano.
    Ma al contempo sono quelle che ti ricordano che sei vivo. Amo le tempeste, anche se si, chiudo gli occhi ogni volta che vedo un fulmine. Pur sapendo che una volta caduto, non c'è altro da fare, più che sentire il rimbombo che ne consegue...

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