Give Me Enough Rope

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venerdì 19 settembre 2014

Storie di un ultimo canto e di un ultimo viaggio

In questo mondo ci sono diverse credenze (non i mobili) e modi di dire che mi piacciono molto. Eleggere un preferito è arduo, diciamo che in vantaggio su tutti si trovi il "Canto del cigno".
Al mondo esistono poche immagini cosi poetiche e struggenti come l'ultimo canto di un cigno, in un momento, un attimo magico ed eterno in cui corde prima mute suonano una delle più belle melodie che il mondo abbia mai sentito.
C'è un canto diverso per ogni cigno, almeno cosi mi piace credere.
Mi piace credere che pochi esseri umani riescano a capire questi canti.

Una cosa che ho imparato è che non esiste un ululato uguale all'altro, su questo devo ringraziare dio e anche i proprietari della villetta vicina, che possedevano 3 bellissimi esemplari di Lupo Siberiano.
Pensate, alle persone comuni perfino un ululato può recare fastidio...  invece io restavo con l'orecchio teso grato di poter carpire un linguaggio cosi  affascinante stando comodamente seduto in camera mia.
Ho "imparato" a riconoscere diversi ululati: c'è quello fatto alla luna, che risponde a un richiamo invisibile e trascendentale;  quello pieno di  malinconia per  una terra natale mai vista: quello di gioia e trepidazione che annuncia la rara caduta della neve e poi c'è quello a cui si fa l'abitudine maggiormente, quello che annuncia la pioggia e il cambio del  meteo.
Gli anni passano e la natura risponde sempre alle sue leggi, il primo ad andarsene fu quello con cui praticamente crebbi, recentemente anche la "moglie" lo ha raggiungo nelle lande innevate dell' Ásgarðr.
Gli animali sono sensibili quanto (forse di più) degli esseri umani, lui ha perso la madre.
Non mangiava più era sempre triste e la notte, la notte ululava, l'ululato più triste che avessi mai sentito in tutti questi anni.
Piano piano si sta riprendendo, mi piace pensare che l'ululati di quei giorni fossero il canto della madre che non era riuscita a compiere.

Oggi ero in macchina e mentre guidavo mi sono ritrovato un carro funebre davanti, pieno (cioè con cassa), non sapevo chi vi giacesse, forse non saprò mai nemmeno se fosse uomo o donna, come si chiamasse, avrei potuto sorpassare e riprendere con il ritmo movimentato della vita.
Non me la sono sentita, ho pensato che almeno l'ultima cortesia che si possa fare a uno/a sconosciuto/a è quella di accompagnarlo/a per un pezzo del suo "ultimo viaggio".


EEEEH Il prossimo post si ride eh, lo fo più allegro, promesso!

4 commenti:

  1. È un post bellissimo...
    Capisco perfettamente la sensazione che hai voluto trasmettere.
    Leggendo le tue righe si intuisce hai una grande capacità: Quella di cogliere sfumature che ad altri sfuggono..e per cui ne vale la pena davvero.
    Complimenti :)
    Un abbraccio :)

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  2. Ti ringrazio molto :)
    Si, forse il done che ho in questa vita è proprio di vedere certe sfumature e anche di vivere in esse.
    grazie di nuovo :)
    ricambio l'abbraccio

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  3. Il tuo post mi è piaciuto molto, hai saputo cogliere sfumature che altri non vedono, hai saputo rielaborare senzazioni molto profonde per poi condividerle con gli altri.
    "Al mondo esistono poche immagini cosi poetiche e struggenti come l'ultimo canto di un cigno, in un momento, un attimo magico ed eterno in cui corde prima mute suonano una delle più belle melodie che il mondo abbia mai sentito.
    C'è un canto diverso per ogni cigno, almeno cosi mi piace credere.
    Mi piace credere che pochi esseri umani riescano a capire questi canti."
    Paradossalmente parlando (sono sordomuto) posso dirti che anche i silenzi sono diversi, e in pochi sono capaci di coglierne la differenza.
    Un abbraccio
    Xavier

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    1. Grazie di essere passato e avermi lasciato un piccolo pezzo della tua esperienza, ci credo che ogni silenzio è diverso dall'altro, tanto è vero che alcune delle migliori sensazioni ( e purtroppo anche le peggiori) si provano stando in silenzio.
      è probabile che anch'esse abbia un suono, un suono invisibile

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