Give Me Enough Rope

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lunedì 22 settembre 2014

essere uomo

Devo fare una confessione, sono un maschio che non va molto d'accordo con gli altri maschi, generalizzando, non riesco a mettermi in linea con l'uomo medio.
Che poi , buffo a dirsi, ma è questo uno dei miei quesiti interiori preferiti; altro che " cosa vuol dire sono una donna ormai"  direi che (se pur quella sarebbe una risposta gradita nonostante "le donne siano state fatte per amare e non per essere comprese") sarebbe giusto chiederci anche cosa significhi essere un uomo oramai.
Sopratutto, quand'è che da ragazzo diventi uomo? Tutto sta nell'esperienza? nella capacità di decisione e saggezza?  è un fatto burocratico legato a un numero?
lo stato evolutivo di uomo (non biologicamente parlando) deriva per caso da un auto compimento in una carriera lavorativa?
Magari si diventa uomo quando finiamo di porci la domanda.

Ho sempre creduto che un uomo si vedesse dalla sua capacità di ricerca in se stesso, di un perenne viaggio nei meandri dell'anima cercando significati e un livello di saggezza quasi spirituale, forse ho un concetto di uomo sbagliato, forse quello giusto è quello dell'uomo affermato e non di uno che vive in un mondo di sogni con la stabilità necessaria.

Forse si diventa uomini come in certe favole, quando decidi di diventarlo per qualcun'altro.

E se ci volesse anche coraggio, coraggio nel frantumare le nostre molecole disperdersi nell'aria e respirare la vita, la nebbia che entra nei polmoni, una perenne corse nell'ignoto alla ricerca di quella luce che accerta la tua esistenza e la base del sapere da cui ripartire, il riparo sicuro da cui poter partire una base "salva tutti" che salva solo te.

E se volessi essere tutto questo in modo da poter essere abbastanza per te? 





venerdì 19 settembre 2014

Storie di un ultimo canto e di un ultimo viaggio

In questo mondo ci sono diverse credenze (non i mobili) e modi di dire che mi piacciono molto. Eleggere un preferito è arduo, diciamo che in vantaggio su tutti si trovi il "Canto del cigno".
Al mondo esistono poche immagini cosi poetiche e struggenti come l'ultimo canto di un cigno, in un momento, un attimo magico ed eterno in cui corde prima mute suonano una delle più belle melodie che il mondo abbia mai sentito.
C'è un canto diverso per ogni cigno, almeno cosi mi piace credere.
Mi piace credere che pochi esseri umani riescano a capire questi canti.

Una cosa che ho imparato è che non esiste un ululato uguale all'altro, su questo devo ringraziare dio e anche i proprietari della villetta vicina, che possedevano 3 bellissimi esemplari di Lupo Siberiano.
Pensate, alle persone comuni perfino un ululato può recare fastidio...  invece io restavo con l'orecchio teso grato di poter carpire un linguaggio cosi  affascinante stando comodamente seduto in camera mia.
Ho "imparato" a riconoscere diversi ululati: c'è quello fatto alla luna, che risponde a un richiamo invisibile e trascendentale;  quello pieno di  malinconia per  una terra natale mai vista: quello di gioia e trepidazione che annuncia la rara caduta della neve e poi c'è quello a cui si fa l'abitudine maggiormente, quello che annuncia la pioggia e il cambio del  meteo.
Gli anni passano e la natura risponde sempre alle sue leggi, il primo ad andarsene fu quello con cui praticamente crebbi, recentemente anche la "moglie" lo ha raggiungo nelle lande innevate dell' Ásgarðr.
Gli animali sono sensibili quanto (forse di più) degli esseri umani, lui ha perso la madre.
Non mangiava più era sempre triste e la notte, la notte ululava, l'ululato più triste che avessi mai sentito in tutti questi anni.
Piano piano si sta riprendendo, mi piace pensare che l'ululati di quei giorni fossero il canto della madre che non era riuscita a compiere.

Oggi ero in macchina e mentre guidavo mi sono ritrovato un carro funebre davanti, pieno (cioè con cassa), non sapevo chi vi giacesse, forse non saprò mai nemmeno se fosse uomo o donna, come si chiamasse, avrei potuto sorpassare e riprendere con il ritmo movimentato della vita.
Non me la sono sentita, ho pensato che almeno l'ultima cortesia che si possa fare a uno/a sconosciuto/a è quella di accompagnarlo/a per un pezzo del suo "ultimo viaggio".


EEEEH Il prossimo post si ride eh, lo fo più allegro, promesso!

domenica 14 settembre 2014

La mia cucina ( e le ricette non c'entrano nulla)

Ah, da inguaribile romantico, preferisco definirmi sognatore piuttosto che idiota, già già, mi piace sognare ad occhi aperti, chiusi, semi aperti e... penso basta, rimangono forse quelli rovesciati. In tal caso com'è che si diceva? " ...in quel sonno di morte quali sogni possano venire dopo..." Si nasce sognatori, si morirà da essi.
Ma hey, sorridete! mica vi voglio fare na tragedia greca, e che sarà mai! No no è che mi vien da sognare, anche mentre leggo (grazie a dio direi).
Quindi tu descrivi la tua cucina a un altra persona mentre fantastichi su, ottima idea, aspetta che lo faccio anch'io! tze questi scrittori che pensano di avere delle corrispondenze private! Eh no eh, escono tutte in libri, romanzi, epistolari, fregatura vero?
Tanto meglio, altrimenti non avrei potuto fantasticare cosi dolcemente in tarda notte.

Ora questa è una mia idea, un po' stramba lo ammetto, di tutti i posti in cui immaginarti proprio con una persona, la cucina non sembrerebbe uno dei più allettanti. E Invece, io penso che la cucina sia un esempio perfetto di amore, di quella ritualità che formano due persone quando si amano; Guarda partiamo dal principio, senza apparire sessisti né superficiali, a quante di voi piace cucinare? A me piacciono le donne che cucinano tanto, perché togliendo le dinamiche sociali dall'impasto sono giunto alla conclusione che molte donne cucinano sia per rilassarsi sia per gli altri ( Magari non sapevate cucinare, ma avete imparato una volta da sposate), questo semplicemente perché cucinare qualcosa per qualcuno è prendersi cura dell'altro e il prendersi cura dell'altro è amore.
Si anche noi uomini cuciniamo, ma diciamocelo, voi donne rappresentate l'amore, le donne amano sempre un po' di più degli uomini.

Quindi scusate tanto, ma se devo pensare a una persona che amo (per lo meno vorrei amare) me la immagino in cucina e dico di più! La immagino mentre stiamo cucinando.
Ed ecco che quindi ieri notte ho visto la scena: Cucinavamo, eravamo in cucinotto ( dalle dimensioni sarebbe ingiusto chiamarla cucina) i ripiani erano grigio scuro (forse era granito) e sopra il forno color metallo una finestra che dava sulla notte scesa sul giardino. Se ricordo bene le lancette nere dell' orologio bianco fisso in quel poco di muro tra un'anta e l'altra, segnavano le 9.
Tu eri di spalle, con uno di quei grembiuli bianchi che si allacciano dietro alla schiena con un nodo, aprivi e richiudevi il forno, girandoti sorridendo con in mano un vassoio pieno di patate arrosto, cosparse di rosmarino e puntini neri di pepe.
Pezzi di patate dalla forma perfetta, nemmeno una si era sfatta al calore del forno, come quelle che compri in questi giorni, sempre a sfracellarsi in cottura.
Io ero felice, mi lasciavo andare anche a un pensiero nel pensiero, ricordando di quando ero piccolo e mia nonna mi mandava a prendere qualche patata per cena.
Io tutto felice uscivo di casa e prendevo quella piccola zappa di acciaio, oramai color ruggine, andavo nel campo e bhe, era molto difficile rintracciare dove fossero, zappavo tra un ortica e un altra raccogliendo patate mai uguali tra di loro.

Poi ho finito di leggere il capitolo e mi sono svegliato.

mercoledì 10 settembre 2014

Per sfuggire all'apatia

I progetti ci sono, di cose da fare ne avrei, ma questa accidia che mi avvolge non mi lascia muovere un passo.
E per sfuggire alla noia e alla solitudine, scrivo un post, alla fine i blog ci sono anche per questo no? è tanto che non faccio un post "semplice" del resto.

L'altro giorno mi trovavo ad aspettare in una delle piazze più vecchie della cittadina dove si trova una fontana. mi trovavo accanto a un bar, uno di quelli con tanto di siepe e tavolini fuori, a guardare le strane coreografie dei piccioni scendere ordinatamente in picchiata ad abbeverarsi, formando spirali inaspettatamente graziose.
Oh ecco, ora io ho un problema, ogni bar con tavolini fuori e sepietta, mi riporta alle mattine in cui facevo salino da scuola, all'odore di ciliegio (profumo alle ciliegie) odore che come quei bar ricollego a Parigi.
Ebbene si, per me a Parigi ci sono i ciliegi e i bar con le siepi e tutto per colpa di quel dannatissimo "Broken Sword"

Aaah, la vita spensierata, un caffè a Parigi mentre provi ad ammagliare la cameriera bionda. 
Ah, a quell'omino con la valigetta rimangono 2 minuti di vita circa, vedi la fine del post per scoprire la motivazione

Uno dei pochi giochi che è riuscito a far passare in secondo piano il mio odio verso la Francia ( diciamo più per i francesi ecco) ;
Il pensare a quel gioco mi fa salire il (poco invidiabile forse, e spiegherò poi perché) desiderio di partire da solo per una città, mettermi a sedere in un tavolino, fuori da un bar - che poi io non entro mai in un bar perché tranne tè avrebbe poco da offrirmi - e cosi, vivere la città che poi magari mi cambierebbe la vita per sempre.
E poi, poi, e questo mentre passeggiavo, quella scena mitica in cui lui è sul treno con quella giornalista ed è sotto il tiro di una pistola, l'uomo sta per sparare ma riesci a scampare da morte certa tirando quel santissimo "Freno d'emergenza" soddisfando quel desiderio che, come afferma anche il protagonista, tutti hanno di tirarlo.
E poi dire quella frase, quella dannatissima frase che ti fa storcere il naso ma sai che è detta e la diresti col cuore: " Sai, in quel momento ho fatto una lista di cose che non avrei potuto fare prima di morire e baciarti era la prima della lista" SBAM!
centro, proprio quello che penserei io se mi capitasse una situazione del genere in questi giorni.
Oh si, volete sapere perché un pensiero cosi succulento sia poco invidiabile... Semplicemente perché, molto probabilmente, quel "piccolo" atto che cambierà la tua vita corrisponderà all'esplosione di una bomba dentro il bar di fronte il quale siete seduti.
"Ka boom" ( e non mi riferisco al canale del digitale terrestre che tra l'altro, non riesco più  a riprendere; SERPENTI! stavo guardando Inuyasha e avete mandato via il segnale! no No non si fa cosi, renzi fai qualcosa di utile nella tua vita e ridammi il segnale di kaboom, maremma elezioni illegittime)