Ve ne ho parlato molto, e sono sicuro che a quei pochi che mi seguono e agli agenti del RIS (da anni scherzosamente protagonisti delle intercettazioni su skype tra me e i miei amici) di certo non farà piacere leggere di nuovo una cosa simile.
Possibile che dopo tutto questo tempo ancora non ci hai fatto l’abitudine? Well a dire il vero devo ammettere che sono diventato molto più pratico ora, gente arriva e poi va, nella vita sarà un continuo di questo ciclo, e per quanto uno (come me) abbia la maledizione, la croce. la dote (chiamatela un po’ come vi pare) di non scordare quasi nessuno, deve necessariamente fare pace con se stesso e accetare questo evento.
Ma secondo voi lo faccio? certo ho imparato, certo non mi frega più molto di certe cose di cui prima mi fregava; Ma ancora, ogni tanto, si riaffaccia il vecchio me, il vecchio me che non è contento di come abbia chiuso una storia, di come abbia rattoppato qualche buco per andare avanti, compare il “vecchio me” che vuole puntualizzare, che vuole risaldare là, dove ho dovuto farlo come potevo e spesso con i mezzi mia, quando l’altra persona se l’era data a gambe.
Ne nasce un bel confronto, immaginate di essere voi e voi stessi di qualche anno fa in una stanza, tutta nera, con solo un riflettore da palcoscenico che vi illumina di una luce nemmeno bianca ma calda, giallastra; immaginate che il vostro voi di qualche anno fa venga a rendervi conto di quello che è successo e delle cose che magari al microscopio possono sembrare ancora incompiute. Voi che dite? “ma non è colpa mia, eri tu quello che doveva agire a quel tempo” ma pensate che basti ad ammutolire quel rantolo di vita passata? allora cosa mi rimane da fare? nulla, abbozzare un sorriso, rinunciare a un po’ d’orgoglio e fare finta di interessarmi della questione, mettere un pezzo di nastro adesivo se proprio ne ho voglia; poi appena si placano le acque, arrogantemente andare avanti.
E in fondo lo sape sia voi che lui, lo so sia io che lui, questo tipo di passato e di presente, non possono coesistere, lo sappiamo che ognuno oramai è rilegato a quella dimensione, a quello spazio e tutti e due accettiamo di vivere cosi per compromessi, per non togliere spazio l’uno all’altro e magari chi sa, un giorno riuscirò anche ad accontatarmi(li).
Sii te stesso.
RispondiEliminaL'importante è questo.
Anch'io mi accorgo che cerco sempre accontentare un pò gli altri. Ma a lungo andare tutto ciò ci si ritorcerà contro. Perciò smettiamola e facciamo sempre quello che ci va di fare, indipendentemente da tutto e da tutti!
Allora accontentarsi è un grosso errore.Soprattutto di qualcuno.
RispondiEliminaAccontentarsi di ciò che ci viene dato o si riesce a dare,beh questo forse a volte è maturità.Dipende dalle pretese certo.Diciamo che a tutto c'è un limite.
Non so se ho capito bene il discorso.O se ho colto il punto.Probabilmente no.
Cmq mai accontentarsi di qualche situazione che non ci piace.Poi se si tratta di compiacere qualcuno invece in qualche cosa superficiale,beh allora ci puo' anche stare.Ma non in altro.
Mi sono spiegata?