Give Me Enough Rope

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lunedì 2 dicembre 2013

NoLife: A Mediev(i)(a)l story

ah, this sure brings out some memories, quanti  anni sono passati dall'ultima volta?
all'incirca tre...  buffo come il nostro eroe "Sir" Lorenz,  esattamente come nelle sue storie, sia finito per un po' in un angolo polveroso come una cosa posata e dimenticata.
Tuttavia di sicuro evoca piacevoli ricordi, nonostante mi fosse quasi completamente dimenticato tutti i personaggi che, con mio stupore sono più attuali ora che mai.
Devo tessere le mie lodi a "sir" Lorenz e "compagni" d'(dis)avventure è stato tranquillo in un angolo aspettando tutto questo tempo, lodevole il suo comportamento come lodevole è la sua sconcertante realtà e intensa visione che è in grado di avvolgerti e trascinarti nel suo mondo, nel modo in cui vive le cose.
"Sir" Lorenz è un personaggio particolare, non è cosi inetto come le vicissitudini e come la storia vorrebbe (e porta) a far credere, è un personaggio molto più profondo e realistico, anche se al quanto mutevole nella forma riesce a sferzare una nitida coltre di nebbia  che vorrebbe celarlo alla vista dei fatti e delle persone, coltre che tuttavia riesce nel suo compito andando subito a riformarsi davanti a lui per poi dileguarsi al prossimo colpo, portato a segno con più sconforto di quelli prima ma che dietro nasconde quella misteriosa forza che è in noi e che si chiama speranza, che controbilancia l'avvilimento e lo scoraggiamento.
"Sir" Lorenz con il suo grottesco realismo vissuto in un mondo di fantasia che ben coglie le sfumature di quello reale, con la tacita costanza e la pazienza di un predatore è riuscito a diventare padrone di un regno, un regno invisibile che si estende al di sopra del livello terreno e che è riuscito a estendere i suoi confini  nella mia personalità.
Sono maturato in questi anni, non so se riuscirò più a essere un degno scrittore di questa storia, ma voglio provarci.
Vecchio amico mio, mi permetterai di narrare delle tue disavventure?

 Proviamo

 Capitolo IV



"Sir" Lorenz stava guardando il mondo da dietro il vetro di una finestra ad arco, la stanza in cui si trovava era un enorme stanza dai pavimenti  e dal soffitto di pietra e per quanto i tappeti, le sedie regali e i macabri ornamenti fossero disposti in tutto l'edificio, non poteva fare altre che trasmettere un enorme senso di vuoto e smarrimento.
"Sir" Lorenz sapeva che molte cose in questo mondo erano solo lo specchio dell'anima, come lo erano gli occhi delle persone e se gli occhi delle persone rispecchiavano l'anima, anche le cose osservate da essi dovevano essere per forza un riflesso delle proprie sensazioni.
Fuori il mondo era nuvoloso e cupo, le persone erano impegnate nelle proprie attività di tutti i giorni, a "Sir Lorenz" questi comportamenti davano l'impressione di essere frutto di una strana aurea magica, che faceva apparire tutti come piccoli pupazzi di pezza manovrati da chi sa quale burattinaio;
Manovrare il destino, era questo che Miss Murduer gli aveva detto? aveva visto in lui del potere e "Sir" Lorenz se ne era, per un primo momento, meravigliato, non tanto per avere dell'extra in lui (quello sapeva benissimo essere una cosa comune in parecchie persone che però erano troppo cieche o indaffarate per vederlo) ma perché per la prima volta qualcuno aveva riconosciuto le sue capacità e si era offerto di aiutarlo a migliorarle.
"Non è una cosa che hai sempre desiderato?" disse una figura avvicinandosi a "Sir " Lorenz, "Avere un maestro che ti guidi e che ti prenda sotto la sua ala protettiva".
"Non è lo stesso" Disse "Sir" Lorenz mentre continuava a guardare il mondo che continuava a vivere dietro quel vetro.
"Non a queste condizioni" riprese "Non volevo trovare qualcuno disposto ad accettarmi per cambiarmi" concluse "Sir Lorenz".
I suoi occhi erano rapiti dal movimento costante e meccanico di un martello, che si alzava e abbassava a colpire un oggetto che si trovava a terra, il martello era in mano a un lavoratore che, chinato sul tracciato sterrato, era intento a posizionare nuove pietre per pavimentare una strada.

"Il Cambiamento è solo nella tua mente, non sei qualcosa di finito e modellato, il tuo scopo è evolverti sottomettere tutte le forme in modo che la vita sia a tuo pieno controllo" Disse la figura che intanto lo aveva raggiunto accanto alla finestra e guardava come i lui, i movimenti del braccio di quel lavoratore, insaccati in vesti di tela grigia troppo stretta per quella forma.
"Tu non sei quella strada, tu sei come un lavoratore che stende i presupposti per la propria strada che cambia direzione e si stende a suo piacimento".
"Sir" Lorenz non era d'accordo, sapeva che i cambiamenti portavano delle modifiche che non erano tangibili in un primo momento ma di cui avrebbe pagato il prezzo poi, sapeva che non era un semplice cambio di programma ma era un rimodellare i propri principi e le proprie regole che lo avevano fatto sopravvivere fino a quel momento.
"Sir" Lorenz pensava che fare patti con la morte in certe occasioni era indispensabile per continuare, non aveva tenuto conto di quello che la morte vuole in cambio per tenerti in vita, la parte a cui tieni di più.
Ma s'interrogava, non voleva rinunciare a quella sua possibilità, era certamente preso in una morsa e il suo spirito attanagliato dai dubbi, si era sempre ripromesso di lasciare andare quello che non poteva trattenere e di fare conto solo sulle sue poche forze, senza trucchi;
Però questo potere era in lui, anche questo potere faceva parte delle sue forze, e per quanto malevolo potesse esso essere, se fosse riuscito a controllarlo avrebbe potuto stravolgere la situazione, aiutarlo in favore dei suoi principi e se avesse retto alla smania di potere avrebbe certamente cambiato il suo mondo e se anche se questo poteva voler significare la sua dannazione, il suo mondo si sarebbe rispecchiato su quello degli altri cambiandolo.
Ma stava a lui cambiare le cose? sarebbero davvero cambiate? molte volte pensava di essere davanti a una scelta che poi si era rivelata solo un inganno sparendo davanti ai suoi occhi.
"Ognuno è destinato alla sua strada" "Sir" lorenz si voltò e si incamminò verso l'uscita, senza voltarsi concluse "scoprirò la mia ponendo a terra tutti i pezzi, tornerò quando avrò preso la mia decisione" Decisione a cui sapeva di essere predestinato.